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DOJ: le criptovalute “toccano ogni aspetto delle attività criminali che indaghiamo”.

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Dal pagamento di ransomware richiesto in criptovalute agli attori statali che utilizzano beni digitali per aggirare sanzioni e altre restrizioni, il Dipartimento di Giustizia (DOJ) lancia l’allarme: le criptovalute si stanno espandendo in tutti i settori che l’agenzia sta esplorando.

“Stiamo vedendo che le criptovalute e gli asset digitali toccano davvero ogni aspetto delle attività criminali su cui indaghiamo”, ha dichiarato il direttore del National Cryptocurrency Enforcement Team (NCET) del DOJ, Eun Young Choi, in occasione di una recente conferenza ospitata dal Financial Times.

Con i rappresentanti del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, della Polizia nazionale del Regno Unito e del settore privato, il panel intitolato “Can law enforcement protect consumers from crypto scammers?” (Le forze dell’ordine possono proteggere i consumatori dai truffatori di criptovalute?) mirava ad affrontare i problemi attuali che affliggono il settore.

(L-R) Stefania Palma, Eun Young Choi, Aidan Larkin e Phil McInerney intervengono al FT Crypto and Digital Assets Summit.

(L-R) Stefania Palma, Eun Young Choi, Aidan Larkin e Phil McInerney intervengono al FT Crypto and Digital Assets Summit.


Entrambi i funzionari governativi preposti all’applicazione della legge hanno dichiarato che i reati legati alle criptovalute richiedono un approccio e una mentalità diversi.

“Ci sono alcune sfide”, ha dichiarato Choi. Ha aggiunto: “Per sua natura la tecnologia è costruita in modo da non fare affidamento su intermediari, transazioni transfrontaliere che sono immutabili e irreversibili. Le forze dell’ordine possono bloccare le transazioni convenzionali, ma non possono farlo con le transazioni di asset digitali. “

Secondo il DOJ, l’agenzia ha esaminato il problema posto dagli exchange e da alcune piattaforme come i tumblers o i mixers, che offuscano il mittente e il destinatario di una transazione. Choi ha detto che il dipartimento ritiene che i rischi maggiori derivino da coloro che non investono in un’adeguata gestione del rischio o nella conformità.

McInerney, del Regno Unito, ritiene che la cooperazione tra pubblico e privato sarà fondamentale per ridurre la criminalità legata alle criptovalute.

Anche Aidan Larkin, fondatore e CEO di Asset Reality, ha partecipato al panel. La sua azienda si occupa di fornire alle forze dell’ordine gli strumenti per recuperare correttamente i beni rubati. Ha dichiarato di essere ottimista sul presente e sul futuro dei partenariati pubblico-privati, anche se la natura senza confini dei beni in criptovaluta rende le indagini criminali molto più difficili.

Un problema comune ai tre relatori è il livello di denuncia, o la sua mancanza, da parte delle vittime. Hanno esortato il pubblico a informare le autorità su qualsiasi tipo di attività criminale, indipendentemente dall’entità del danno.

A conclusione del panel, Choi del DOJ ha dichiarato di essere interessato a indagare sull’aumento dell’uso delle piattaforme decentralizzate, che consentono di eludere le autorità.

Choi ha concluso affermando che: “Penso che ci sarà una crescita dell’attività criminale in questo settore”.

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