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Vitalik Buterin propone di modificare la Proof of Stake di Ethereum (ETH)

by Tim

Al fine di prevenire i rischi associati alla scalabilità e alla centralizzazione della blockchain di Ethereum, Vitalik Buterin ha recentemente proposto 3 nuovi approcci di consenso. Queste proposte mirano a rimodellare l’attuale meccanismo di Proof of Stake di Ethereum, per rispondere efficacemente a un potenziale aumento del numero di validatori.

Vitalik Buterin propone 3 nuovi approcci di consenso per Ethereum

In un recente post su ethresear.ch, il fondatore di Ethereum Vitalik Buterin propone delle modifiche al meccanismo di consenso Proof of Stake (PoS) della rete.

Nella sua proposta, Vitalik presenta 3 approcci per evitare che il meccanismo di consenso PoS di Ethereum si sovraccarichi in caso di un aumento significativo di nuovi validatori. Questi 3 metodi mirano a ridurre il carico della rete e a semplificare la verifica delle firme.

L’iniziativa di Vitalik mira a facilitare l’integrazione di un maggior numero di validatori sulla rete per renderla più decentralizzata, allentando i vincoli imposti dal consenso di Ethereum. Attualmente, per contribuire alla sicurezza della rete, ogni validatore deve pagare 32 ETH (circa 76.800 dollari), una somma elevata che ha portato a molte critiche nei confronti di Ethereum, percepito come una rete centralizzata e selettiva rispetto ad altre blockchain.

In sintesi, Vitalik suggerisce di limitare il numero di firme richieste a 8.192 per slot adottando uno dei seguenti 3 approcci:

    Il primo approccio consisterebbe nell’aumentare l’importo minimo di puntata a 4.096 ETH, ovvero 9,8 milioni di dollari. Anche se apparentemente in contraddizione con le intenzioni menzionate in precedenza, questo approccio porrebbe fine agli staker individuali e consentirebbe alla rete di operare principalmente tramite pool di staking;
  • Il secondo approccio combinerebbe l’approccio precedente con quello di staking attualmente in uso. Consisterebbe in due strati di staker: uno strato “pesante” con un deposito minimo di 4.096 ETH, accessibile tramite pool di staking, e uno strato “leggero” senza deposito minimo, in cui almeno il 50% degli staker parteciperebbe alla convalida dei nuovi blocchi;
    Il terzo approccio non aumenterebbe il deposito minimo, ma selezionerebbe un gruppo di 4.096 convalidatori attivi, regolabile per punire i convalidatori inadempienti o malintenzionati.

Gli svantaggi di ogni approccio

Il secondo approccio dividerebbe i validatori in due categorie distinte, creando uno squilibrio di potere tra gli staker. Da una parte gli staker “pesanti”, dall’altra gli staker “leggeri” con meno di 4.096 ETH. Questo approccio favorisce una concentrazione di potere tra le entità più ricche.

Il terzo approccio sembra più equo, in quanto consentirebbe di mantenere i singoli staker, di ridurre il requisito minimo di ETH e di aumentare il numero di validatori. Tuttavia, l’implementazione di tale meccanismo potrebbe aggiungere complessità al consenso, rendendolo più vulnerabile.

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