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Twitter deve affrontare un’inchiesta dell’UE per non aver moderato i contenuti illegali e la disinformazione

by Patricia

Da tempo criticato per essere una piattaforma invasa da disinformazione e contenuti illegali, Twitter si trova ora ad affrontare la prima inchiesta ufficiale del governo dell’Unione Europea per la gestione dei post relativi alla guerra tra Israele e Hamas.

La mossa arriva dopo che Twitter ha risposto al nuovo Digital Services Act (DSA) dell’UE fornendo un rapporto sulla moderazione dei contenuti preparato a settembre, un rapporto sulla trasparenza di novembre e “una richiesta formale di informazioni sui contenuti illegali in relazione agli attacchi di Hamas contro Israele”, secondo quanto riportato da Reuters. Twitter è, ad oggi, l’unica grande piattaforma ad essere stata presa di mira dalla legge.

Le aziende che violano il DSA possono incorrere in sanzioni fino al 6% del loro fatturato globale. A titolo di esempio, il fatturato di Twitter nel 2022 si aggirava tra i 4,4 e i 5,22 miliardi di dollari, secondo vari rapporti.

L’azione della Commissione europea è solo l’ultimo capitolo di un’accesa disputa tra Twitter e il suo proprietario, Elon Musk.

Thierry Breton, capo dell’industria dell’UE, ha rivelato l’obiettivo dell’indagine in una dichiarazione concisa.

“Oggi apriamo una procedura formale di infrazione”, ha scritto sulla piattaforma di social media in questione. Le accuse includono una sospetta violazione degli obblighi di contrasto ai contenuti illegali e alla disinformazione, una sospetta violazione degli obblighi di trasparenza e una sospetta progettazione ingannevole dell’interfaccia utente.

Musk ha parlato delle strategie di moderazione della piattaforma, contestando le accuse dell’UE.

“State prendendo provvedimenti contro altri social media? Perché se avete questi problemi con questa piattaforma, e nessuna è perfetta, le altre sono molto peggio”, ha detto in una risposta al post di Breton.

Dal momento dell’acquisizione da parte di Musk, Twitter ha subito cambiamenti significativi nel modo in cui lavora e funziona come azienda. Questi cambiamenti includono un cambiamento nel suo orientamento politico generale e il ripristino degli account vietati (con la conseguente perdita di milioni di pubblicità, cosa che secondo Musk non lo preoccupa più di tanto). Queste modifiche hanno acceso il dibattito sulla nuova direzione della piattaforma, in particolare per quanto riguarda la disinformazione e l’equilibrio tra discorso aperto e gestione responsabile dei contenuti.

Al centro dell’indagine c’è la funzione “Note della comunità”. Introdotta all’inizio di quest’anno, essa consente agli utenti di segnalare i contenuti fuorvianti, in pratica il crowd-sourcing fact-checking, che può essere messo in discussione come un modo inefficace di verificare i contenuti condivisi su Twitter e come un impegno insufficiente per un’informazione responsabile.

“Per favorire la libera espressione e le conversazioni, interveniamo solo se i contenuti violano le nostre regole”, ha dichiarato Twitter in un post ufficiale. “Altrimenti, ci basiamo sul fornire all’utente un contesto aggiuntivo”.

L’azienda aggiunge che le informazioni fuorvianti “vengono identificate attraverso una combinazione di revisione umana e tecnologia, e attraverso partnership con esperti globali di terze parti”.

Il nuovo amministratore delegato Linda Yaccarino ha affrontato queste preoccupazioni in una lettera precedente, poco dopo gli attacchi del 7 ottobre, affermando che la piattaforma ha cancellato migliaia di tweet e continua a “rispondere prontamente alle richieste delle forze dell’ordine di tutto il mondo, compresi gli Stati membri dell’UE”.

Yaccarino ha anche sottolineato il ruolo predominante delle note della comunità nella lotta alla disinformazione.

Tuttavia, questa funzione si è rivelata un’arma a doppio taglio. Le note della comunità hanno già portato alla cancellazione di post di account politici di alto profilo, tra cui quelli del governo israeliano e della Casa Bianca, a causa di affermazioni false.

La severa posizione normativa dell’UE sui media elettronici si sta diffondendo per coprire un’ampia gamma di interazioni elettroniche, dalla privacy ai social media, dall’IA al fair use.

Il recente accordo della Commissione europea sulla politica dei media, l’European Media Freedom Act (EMFA), evidenzia ulteriormente l’attenzione dell’UE per l’integrità dei media. Annunciato all’inizio del mese, l’EMFA mira a proteggere l’indipendenza editoriale, a garantire il pluralismo dei media e a promuovere la trasparenza in tutta l’UE.

Con misure volte a salvaguardare i giornalisti, a garantire la trasparenza della proprietà dei media e a stabilire standard per i media di servizio pubblico, l’EMFA integra gli obiettivi della DSA.

Con un colpo di scena che si addice all’era digitale, Twitter – una piattaforma che si vanta di avere un discorso aperto – si trova ora al centro di un dibattito sui principi stessi che difende. Mentre l’UE approfondisce le sue pratiche, il risultato potrebbe essere un ammonimento sulle complessità della gestione della libertà di parola in un’epoca in cui ogni parola che scriviamo può raggiungere ogni angolo del mondo.

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