Una mossa che potrebbe non piacere alla comunità. Crypto.com, che aveva già sollevato le ire degli utenti riducendo il cashback sulle sue carte, ha deciso di introdurre delle commissioni per i depositi con carta di credito e di debito. L’azienda, che è stata duramente colpita dal mercato ribassista, riuscirà a mantenere i suoi clienti?
Nuove commissioni di deposito su Crypto.com
La notizia è stata annunciata ai clienti delle carte metalliche VISA nell’UE e nel Regno Unito. Verrà addebitata una commissione dell’1% per tutti i depositi con carta di credito effettuati sul proprio conto Crypto.com. I depositi con portafogli fiat o cripto rimarranno gratuiti.
@cryptocom introduce commissioni dell’1% sulla ricarica tramite carta di credito/debito.
Un motivo in più per smettere di usarlo! ♂️
Secondo voi qual è la migliore carta per criptovalute? Cryptocom crypto pic.twitter.com/Lx0k3K41Tp
– GRM_Elrond⚡️ (@GRM_Elrond) July 4, 2022
La società giustifica questo cambiamento con la necessità di “garantire la redditività a lungo termine” dei suoi servizi di carte crittografiche. Sostiene inoltre di essere ancora il “programma di carte crittografiche più popolare al mondo”.
La modifica è entrata in vigore ieri, quindi gli utenti di Crypto.com non potranno più finanziare i loro conti in questo modo senza pagare una tassa.
Nuova decisione rischiosa per Crypto.com
L’azienda ha preso diverse decisioni di questo tipo negli ultimi mesi, che non sono piaciute alla sua comunità. A maggio, l’azienda ha suscitato un’ondata di polemiche quando ha tagliato il cashback sulle sue carte e gli interessi sui suoi conti di risparmio Earn. A tal punto che ha cambiato più volte la sua decisione, adeguando nuovamente i tassi.
Altri segnali mostravano le difficoltà finanziarie dell’azienda: a metà giugno aveva licenziato il 5% del personale per far fronte al mercato negativo.
Tutto ciò solleva naturalmente interrogativi sulla redditività a lungo termine di Crypto.com, ma anche sulla sua capacità di trattenere gli utenti che sempre più spesso esprimono la loro insoddisfazione per questi cambiamenti. L’azienda è certamente un peso massimo del settore, ma ci si chiede se queste decisioni successive non la renderanno ancora più fragile.
