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Il 50% dei blocchi di Ethereum (ETH) è soggetto a richieste del Tesoro USA

by Patricia

Il passaggio di Ethereum (ETH) alla proof of stake aveva fatto temere una maggiore censura della rete. E questi timori sembrano in parte giustificati, dato che i nuovi dati mostrano che la metà dei blocchi prodotti è soggetta a richieste da parte dell’ente regolatore statunitense OFAC, parte del Tesoro degli Stati Uniti. Cosa significa?

Reminder: Ethereum, Proof of Stake e Validatori

Ethereum ora funziona con la proof of stake. Ciò significa che i validatori – e non più i minatori – controllano la conformità delle transazioni e le integrano nei blocchi successivi. Questi ultimi hanno un incentivo economico a svolgere questo lavoro e, ovviamente, cercano di massimizzare i loro profitti.

È qui che entra in gioco il “MEV-boost”. In parole povere, MEV-boost consente ai clienti di esternalizzare la costruzione dei blocchi. Ciò significa che vendono lo spazio dei loro blocchi a entità esterne che li costruiscono per ottimizzare lo spazio e quindi le prestazioni dei validatori.

Il problema di questi scarponi MEV è che possono scegliere di essere regolamentati dall’ente regolatore Office of Foreign Assets Control (OFAC). L’OFAC fa parte del Tesoro degli Stati Uniti e, tra le altre cose, gestisce le sanzioni applicate dalla nazione a varie entità. Ne abbiamo sentito parlare di recente nel caso Tornado Cash: l’OFAC ha messo sotto sanzione il mixer di criptovalute, scatenando già polemiche.

Se questi promotori di MEV decidessero di essere regolamentati dall’OFAC, ciò potrebbe ovviamente rappresentare un problema di censura. Lo Stato potrebbe impedire la convalida delle transazioni o dare priorità a determinate transazioni. Questo va contro la filosofia sviluppata da Ethereum e dalle criptovalute in generale.

50% delle transazioni di Ethereum presentate al Tesoro degli Stati Uniti?

Ed è proprio quello che sembra stia accadendo alla maggior parte dei blocchi di Ethereum. Secondo i dati pubblicati da MEV Watch, a partire da ieri, oltre il 50% dei blocchi sono stati costruiti da promotori di MEV che rispettano i requisiti OFAC:

Quota di blocchi Ethereum conformi ai requisiti OFAC

Quota di blocchi Ethereum conformi ai requisiti OFAC


L’89% dei blocchi costruiti da MEV-boost è soggetto ai requisiti del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Inoltre, il numero di blocchi prodotti in questo modo tende ad aumentare dopo la fusione, se osserviamo il seguente grafico:

Progressione dei blocchi inviati all'OFAC dal passaggio di Ethereum alla proof of stake

Progressione dei blocchi inviati all’OFAC dal passaggio di Ethereum alla proof of stake


Facciamo un esempio dei limiti del MEV-boost che si sceglie di presentare al Tesoro. Non potranno includere le transazioni del protocollo Tornado Cash, in quanto questo fa parte dell’elenco delle sanzioni dell’OFAC. Le transazioni in questione possono ovviamente essere elaborate da altri validatori, ma se non hanno necessariamente un profilo elevato sulla rete.
Qual è la differenza tra i due?

Ethereum è più censurabile che in passato?

Che cosa si può dedurre da tutto questo? Innanzitutto, Ethereum è ora più censurabile che in passato, se i validatori scelgono di utilizzare il MEV-boost. Ma anche che qualsiasi protocollo, anche decentralizzato, è soggetto alla posizione geografica e alle scelte dei suoi principali attori.

Il problema non è ovviamente esclusivo di Ethereum, anche se l’uso di MEV-boost accentua lo squilibrio. Si ricorda che la società di mining di Bitcoin (BTC) Marathon Holdings ha causato uno scandalo su questo tema nel marzo 2021. L’azienda ha infatti scelto di estrarre i blocchi nel rispetto delle normative statunitensi, comprese quelle dell’OFAC.

Questo era un punto di preoccupazione già prima della fusione, e sembra che i timori fossero giustificati. Cosa succederà se questa quota di transazioni continuerà a crescere? I prossimi mesi lo diranno, ma si tratta di una questione importante e da tenere d’occhio.

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