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Secondo il primo studio in materia, le banche avrebbero solo lo 0,01% di esposizione alle criptovalute.

by Thomas

Il Comitato di Basilea ha appena pubblicato il primo studio sull’esposizione delle banche alle criptovalute, rivelando le principali aree di attività nell’ambiente istituzionale. Scopriamo che i servizi di custodia costituiscono attualmente la quota maggiore di attività con le banche intervistate.

Il primo studio sull’esposizione delle banche alle criptovalute

Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, composto da rappresentanti delle banche centrali e delle autorità prudenziali di 28 Paesi, ha appena pubblicato il primo studio che valuta l’esposizione delle banche alle criptovalute.

Secondo i dati raccolti da 19 delle maggiori banche mondiali, di cui 10 nelle Americhe, 7 in Europa e 2 nel resto del mondo, l’esposizione complessiva delle banche alle criptovalute si aggira intorno allo 0,01%. Le 19 banche intervistate detengono 9,4 miliardi di euro in criptovalute, con un’esposizione dello 0,14%.

Distribuzione geografica delle banche che detengono criptovalute

Distribuzione geografica delle banche che detengono criptovalute


Inoltre, il documento rivela che gli asset sono detenuti in modo molto eterogeneo, con 2 banche delle 19 prese in esame che da sole possiedono più della metà del totale delle criptovalute coinvolte. Le 4 banche successive si dividono il 40% di questo totale, mentre il restante 10% è suddiviso tra le 13 banche rimanenti.

Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH) largamente dominanti

Gli asset detenuti sono, non troppo sorprendentemente, prevalentemente Bitcoin (31%) ed Ether (22%). Seguono DOT di Polkadot al 2%, XRP di Ripple anch’esso al 2%, quindi Cardano (ADA), Solana (SOL), Litecoin (LTC) e Stellar (XLM), nell’ordine. Le banche hanno inoltre riferito di detenere una quantità minima di stablecoin USDC e di asset tokenizzati.

Ripartizione delle criptovalute detenute dalle banche intervistate

Ripartizione delle criptovalute detenute dalle banche intervistate


Le esposizioni delle banche intervistate sono suddivise in 3 diversi settori: detenzione effettiva di attività, servizi di market making e servizi di custodia e assicurazione.

Possiamo subito notare che la detenzione di criptovalute da parte delle banche rappresenta solo il 4,2% della loro attività in questo settore, una percentuale molto marginale. I servizi di custodia costituiscono la frangia maggioritaria delle 3 attività, con il 50,2% delle quote. Come si può vedere nella parte destra del grafico (4) qui sotto, una parte significativa delle banche rivela di offrire solo questo servizio.

Infine, i servizi di market making, simili al brokeraggio, rappresentano il 45,7% dell’attività di queste banche. Questo include sia il trading, sia il prestito di titoli che coinvolgono criptovalute o la partecipazione a raccolte di fondi in criptovalute (ICO).

Ripartizione dei settori di attività delle banche intervistate

Ripartizione dei settori di attività delle banche intervistate


Tuttavia, questo studio deve essere trattato con cautela in quanto riguarda solo un piccolo campione di banche. Tuttavia, data la crescente adozione delle criptovalute tra le istituzioni, sarebbe naturale che nel prossimo futuro emergessero studi più approfonditi.

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