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L’App Store di Apple dice a Damus che ha 2 settimane per ridurre le mance in Bitcoin o essere espulso

by Thomas

Secondo un tweet di Damus di martedì, l’app di social networking decentralizzata Damus è stata avvertita oggi dall’App Store di Apple che ha quattordici giorni di tempo per rendere conforme la sua funzione di mancia o rischierà di essere rimossa dall’app store.

La funzione di mancia di Damus, nota come “zaps”, consente agli utenti di inviare Bitcoin ai loro creatori di contenuti preferiti tramite il secondo strato della blockchain Lightning Network, ma sembra che la funzione non abbia rispettato i termini di Apple in quanto non utilizza il meccanismo di acquisto in-app del gigante tecnologico.

Apple ha dato a Damus tempo fino al 27 giugno per rendere conforme la sua app, altrimenti verrà rimossa dallo store.

Damus ha descritto la mossa come “piuttosto sospetta”, data la tempistica: proprio prima che il team si presenti al Freedom Forum di Oslo per parlare di come il Bitcoin e i social media decentralizzati possano contribuire alla libertà finanziaria.

“Stanno cercando di argomentare che, poiché gli zap consentono potenzialmente ai creatori di contenuti di vendere contenuti digitali con Lightning, ciò sarebbe contrario alle loro linee guida”, ha dichiarato William Casarin, sviluppatore di Damus, a TCN. “Questo minaccia qualsiasi app sull’app store che interagisca in qualche modo con Lightning”.

Ha inoltre spiegato che, sebbene Damus non consenta esplicitamente la vendita di contenuti digitali tramite Bitcoin, l’odierno giro di vite sui pagamenti peer-to-peer significa che “qualsiasi app che consenta agli utenti di pubblicare fatture Lightning potrebbe subire lo stesso ragionamento”.

Il taglio del 30% di Apple sugli NFT

Non è la prima volta che l’app store di Apple si trova ai ferri corti per il controllo delle tecnologie emergenti.

Alla fine del 2022, il produttore di iPhone ha iniziato ad applicare la sua commissione standard del 30% sulle vendite di NFT in-app, una mossa che l’allora CEO di Epic Games Tim Sweeney ha definito “grottescamente eccessiva”.

Il pesante taglio di Apple ha fatto ancora una volta notizia quest’anno. Questa volta in relazione al famoso chatbot ChatGPT di OpenAI. I progenitori del machine learner hanno scelto di rimanere conformi ai termini dell’App Store, optando per il meccanismo di acquisto in-app interno piuttosto che creare un sito di abbonamento separato.

A OpenAI potrebbe non dispiacere giocare, ma la legge federale sembra essere parzialmente a favore dei critici di Apple.

Epic Games ha intentato una causa contro Apple per la tassa del 30% già nel 2020. Di recente, la corte d’appello federale degli Stati Uniti ha stabilito che Apple ha violato la legge sulla concorrenza sleale della California vietando metodi di pagamento alternativi, ma non ha infranto le leggi antitrust statunitensi.

La scorsa settimana entrambe le parti hanno chiesto alla corte di riconsiderare la sentenza.

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