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La Russia abbandona i piani per una borsa delle criptovalute gestita dallo Stato

by Patricia

I legislatori russi hanno deciso di abbandonare i piani per la creazione di una borsa di criptovalute di proprietà dello Stato, pianificando invece la definizione di norme e regolamenti per le imprese già esistenti, secondo quanto riportato domenica da un organo di stampa russo.

Colin Wu di Wu Blockchain ha riportato la notizia su Twitter lunedì mattina presto. Ha linkato una traduzione di una testata giornalistica russa che spiegava che il nuovo obiettivo del Paese sarebbe stato quello di consentire alle aziende private di costruire borse di criptovalute

Il parere positivo del settore privato non deve sorprendere, dato che la Russia è al 137° posto su 180 Paesi nell’Indice globale di corruzione 2022, il che suggerisce la necessità di cautela nei loro sforzi.

Da anni le autorità russe si occupano di asset digitali. All’inizio dello scorso anno, la Banca di Russia ha proposto un divieto assoluto sui pagamenti in criptovalute, mentre un mese dopo il Ministero delle Finanze ha presentato una proposta di regolamentazione dei Bitcoin. In seguito, Vladimir Putin ha firmato una legge che metteva al bando i pagamenti in asset digitali, per poi far sì che il Paese indagasse sulle stablecoin come modo per aggirare le sanzioni.

La notizia di oggi arriva nel contesto delle sanzioni finanziarie in corso contro la Russia, guidate dall’Occidente dopo l’invasione dell’Ucraina. Nonostante la storia di segnali contrastanti, oggi segna potenzialmente un nuovo capitolo nel rapporto del governo con le criptovalute.

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