L’amministratore delegato di Circle Jeremy Allaire ha dichiarato che ben il 70% delle adozioni di USDC proviene da fuori degli Stati Uniti.
“Nonostante l’idea che siamo tutti negli Stati Uniti, stimiamo che il 70% dell’adozione dell’USDC avvenga al di fuori degli Stati Uniti”, ha twittato, aggiungendo che “alcune delle aree in più rapida crescita sono i mercati emergenti e in via di sviluppo”.
“Si stanno registrando forti progressi in Asia, America Latina e Africa” e che “la domanda di dollari digitali sicuri e trasparenti è forte”.
Circle non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento di TCN.
Nonostante l’idea che siamo tutti negli Stati Uniti, stimiamo che il 70% dell’adozione di USDC sia al di fuori degli Stati Uniti e che alcune delle aree in più rapida crescita siano i mercati emergenti e in via di sviluppo. Si registrano forti progressi in Asia, America Latina e Africa. La domanda di dollari digitali sicuri e trasparenti è…
– Jeremy Allaire (@jerallaire) 7 agosto 2023
Allo stesso tempo, l’amministratore delegato non ha rinunciato a fare pressioni sui legislatori statunitensi – nonostante abbia affermato che la presenza dell’USDC nel Paese è considerevolmente minore – esortando il Congresso a luglio a proteggere le monete stabili e a “costruire la fiducia nei dollari digitali”.
La società di Allaire, Circle, è l’emittente di US Dollar Coin (USDC), la seconda più grande stablecoin per capitalizzazione di mercato, dopo Tether (USDT), che vanta una capitalizzazione di mercato più che tripla.
Sia USDC che USDT si contendono il primo posto da anni, anche se ieri la competizione è diventata ancora più accesa quando il gigante fintech PayPal ha lanciato la propria stablecoin PYUSD.
La moneta statunitense è in caduta libera in termini di capitalizzazione di mercato, con un calo di oltre il 50% nell’ultimo anno.
Secondo Coingecko, dall’8 agosto 2022 all’8 agosto 2023, la stablecoin è crollata da 54 miliardi di dollari a poco più di 26 miliardi.
Il mese scorso la società ha pubblicato un rapporto completo sulla ripartizione degli asset che, sebbene non sottoposto a revisione contabile, afferma che USDC è interamente sostenuta da contanti e da titoli di Stato statunitensi.
