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Regolamentazione delle criptovalute: la SEC ritiene ingiustificata la denuncia di Coinbase

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Lunedì la SEC ha pubblicato la sua risposta alla petizione presentata da Coinbase nel luglio 2022, dopo che quest’ultima aveva intentato una causa. Tuttavia, la risposta risulta essere un “clamoroso forse”, secondo le parole di Paul Grewal, consigliere generale di Coinbase.

La SEC risponde a Coinbase

Nel luglio 2022, Coinbase aveva presentato una petizione alla Securities and Exchange Commission (SEC) nel tentativo di portare maggiore chiarezza normativa sulle criptovalute negli Stati Uniti. Dopo numerosi incontri, questi scambi sembrano aver fatto il loro corso a gennaio, dopo che il regolatore statunitense ha annullato un incontro.

Dopo aver ricevuto un parere di Wells lo scorso marzo, e di fronte alle misure repressive della SEC nei confronti dell’intero settore, gli exchange hanno optato per un’azione legale per costringere l’istituzione a rimuovere la sua vaghezza giuridica.

La SEC aveva tempo fino a lunedì per rispondere, cosa che ha fatto a modo suo. Secondo la SEC, Coinbase non ha alcun obbligo di forzare la mano, ed è quindi attraverso un documento di 36 pagine che l’autorità di vigilanza finanziaria si discolpa, sostenendo di non dover giustificare la lentezza del suo processo normativo.

La frase conclusiva riassume da sola la posizione della Securities and Exchange Commission, che non sembra disposta a cambiare la posizione offensiva adottata ormai diversi mesi fa:

“.

“Il fatto che Coinbase voglia che le sue preferenze politiche vengano affrontate immediatamente non le dà diritto a un’agevolazione straordinaria che ordini alla Commissione di agire su una richiesta di regolamentazione pendente da meno di un anno. “

Gli argomenti contro questi ritardi

Nella sua argomentazione, la SEC ritiene che il mandamus sia un “rimedio straordinario” che richiede “la dimostrazione di un chiaro e indiscutibile diritto alla riparazione”, cosa che Coinbase non avrebbe fatto.

Inoltre, l’autorità di regolamentazione cita diversi esempi di casi di mandamus in cui i tribunali si sono pronunciati a favore della difesa, anche se i procedimenti sono durati molto più a lungo dei 10 mesi trascorsi dalla presentazione della petizione da parte di Coinbase.

Inoltre, la SEC aggiunge che le sue regole non impongono un limite di tempo alle richieste di modifiche normative.

Data la complessità degli aggiornamenti legali in questione, la Commissione sostiene che si tratterà di un processo lungo.

Da parte sua, Paul Grewal, direttore legale di Coinbase, ha deplorato questo atteggiamento in un thread su Twitter, affermando che non fa altro che rafforzare le preoccupazioni del settore per la mancanza di chiarezza:

Paul Grewal ha anche rivelato che Coinbase “non vede l’ora di avere l’opportunità di rispondere ufficialmente la prossima settimana”.

Allo stesso tempo, la piattaforma sta accelerando il suo lavoro di conformità in altre giurisdizioni del mondo, come le Bermuda e gli Emirati Arabi Uniti. Questo dimostra il desiderio di diversificare per conquistare quote di mercato al di fuori degli Stati Uniti, che si stanno dimostrando sempre meno accoglienti nei confronti dell’ecosistema.

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