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MicroStrategy potrebbe presto entrare nello S&P 500: Cosa significa per il Bitcoin

by Tim

Tuttavia, secondo gli analisti, l’inclusione nell’S&P 500 potrebbe portare uno tsunami di nuova domanda da parte degli investitori passivi dello SPY che non cercano nemmeno attivamente l’esposizione al Bitcoin.

“Potrebbe innescare un enorme ciclo di feedback positivo che consentirebbe al Bitcoin di iniziare a infiltrarsi automaticamente in quasi tutti i portafogli”, ha dichiarato Joe Burnett, Senior Product Marketing Manager della piattaforma finanziaria Bitcoin Unchained, in un tweet di giovedì.

Secondo Burnett, l’aumento del valore delle azioni come risultato dei flussi passivi potrebbe in ultima analisi favorire il Bitcoin, poiché l’obiettivo primario di MicroStrategy è quello di acquisire il maggior numero possibile di BTC. La società ha già utilizzato vendite di azioni per finanziare acquisti di BTC a nove cifre in passato, cosa che potrebbe diventare più comune se il valore di mercato delle sue azioni continuerà a salire.

MicroStrategy detiene attualmente almeno 190.000 BTC che, a partire da giovedì, hanno superato i 10 miliardi di dollari di valore.

In un messaggio a TCN, il responsabile della ricerca di CoinShares James Butterfill ha concordato sul fatto che MSTR potrebbe “beneficiare di gestori patrimoniali ed ETF”, grazie a flussi “obbligatori” al momento della sua inclusione. Detto questo, altri gestori patrimoniali potrebbero trarre vantaggio dall’inclusione dello stesso indice.

Storicamente, l’inclusione nell’indice di un’azione ha spesso portato a cali di prezzo dopo l’inclusione: si tratta quindi di una strategia d’investimento con un livello di successo variabile”, ha ammonito Butterfill.

Butterfill ha aggiunto che è “fuorviante” usare MSTR e altri titoli azionari come proxy dell’esposizione ai Bitcoin: “Sono esposti a una gamma molto più ampia di variabili, come la competenza del management, l’ambiente dei prestiti, ecc.”.

L’inclusione di MicroStrategy nell’indice è comunque tutt’altro che garantita. Oltre alle dimensioni della capitalizzazione di mercato, le società ammissibili per l’S&P 500 devono essere domiciliate negli Stati Uniti, vantare una liquidità sufficiente e mostrare utili netti positivi negli ultimi quattro trimestri, secondo il sito web del fornitore dell’indice.

La borsa delle criptovalute COIN, quotata al NASDAQ, ha una capitalizzazione di mercato di 39 miliardi di dollari, ma negli ultimi quattro trimestri ha avuto problemi di redditività e quindi non è entrata a far parte dell’indice S&P 500.

Anche i fondi negoziati in borsa, tra cui i numerosi ETF su Bitcoin lanciati da BlackRock e Fidelity il mese scorso, non sono ammissibili all’S&P.

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