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La Russia non sarà in grado di aggirare le sanzioni con le criptovalute, dicono gli esperti

by Tim

Dopo l’invasione della Russia in Ucraina, forti sanzioni economiche sono state imposte da europei e americani. In particolare, le grandi banche russe non hanno più accesso al sistema monetario SWIFT. Molte voci si sono poi levate a credere che le criptovalute potrebbero essere utili per aggirare queste sanzioni. Tuttavia, questa non è l’opinione di alcuni esperti che spiegano perché.

Le criptovalute non aiuteranno la Russia ad aggirare le sanzioni

Il forte aumento dei prezzi delle criptovalute da venerdì, così come il prezzo delle azioni di Coinbase, sta sorprendendo molti osservatori. La sorpresa è ancora maggiore quando vediamo che il mercato azionario è in caduta libera dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Emergono alcune spiegazioni, tra cui che la Russia sta usando i beni digitali per aggirare le sanzioni economiche internazionali. Infatti, poiché le criptovalute non possono essere censurate, possono essere utilizzate liberamente da tutti.

Tuttavia, questa spiegazione non è accettabile secondo alcuni esperti. Infatti, Jake Chervinsky, che lavora per la Blockchain Association, ritiene che la Russia non sarà in grado di utilizzare le criptovalute per annullare le sanzioni, in particolare a causa di problemi di scalabilità.

In una lunga serie di 21 tweet, Chervinsky ha confutato gli argomenti dei politici più anti-crypto, cioè Christine Lagarde e Hillary Clinton. Il presidente della Banca centrale europea ha chiesto in particolare una regolamentazione urgente per evitare che la Russia utilizzi le criptovalute.

Trasparenza delle transazioni di criptovaluta una questione importante per la Russia

Riassumiamo le tre ragioni principali addotte da Jake Chervinsky per escludere l’aggiramento russo delle sanzioni attraverso i beni digitali. La prima ragione è legata agli Stati Uniti: a qualsiasi cittadino statunitense o società statunitense è impedito di condurre una transazione finanziaria con la Russia.

In altre parole, se la transazione è in dollari, un’altra valuta, Bitcoin (BTC) o “gusci”, scherza Chervinsky, non fa differenza. Infatti, il divieto è globale e le piattaforme di trading statunitensi sono soggette alla regolamentazione statunitense, che devono rispettare.

La seconda ragione è dovuta ai principi stessi delle criptovalute. La rete è troppo lenta per coprire i bisogni della Russia. Le sette transazioni al secondo della rete Bitcoin impallidiscono in tali situazioni.

Inoltre, la trasparenza conferita dalle blockchain pubbliche sarebbe totalmente controproducente, poiché sarebbe facile scoprire quanto la Russia sta spendendo. In altre parole, il governo russo non avrebbe il potere di contrastare la pubblicità delle transazioni. Questo argomento è ripreso da Ari Redbord, direttore legale di TRM Labs, una società specializzata in indagini sui crimini di criptovaluta.

Infine, Vladimir Putin e la Russia hanno esperienza di sanzioni economiche internazionali dal 2014 e l’annessione della Crimea. Eppure, i beni digitali non sono mai stati considerati per aggirare queste sanzioni. La Russia dovrebbe quindi considerare un altro piano per affrontarli.

In conclusione, sembra difficile che Putin e la Banca Centrale della Russia usino le criptovalute per sostituire i miliardi di dollari congelati nelle banche occidentali.

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