Home » I minatori di Bitcoin (BTC) dell’Uzbekistan sono esentati dalle tasse se utilizzano l’energia solare

I minatori di Bitcoin (BTC) dell’Uzbekistan sono esentati dalle tasse se utilizzano l’energia solare

by v

A partire da questa settimana, le società di mining di Bitcoin (BTC) che operano sul territorio dell’Uzbekistan, siano esse nazionali o straniere, potranno beneficiare di un’esenzione dalle tasse sull’energia se accettano di utilizzare l’energia solare. Questa decisione è in linea con le passate dichiarazioni del governo, che da diversi anni cerca di orientarsi verso l’energia verde.

Vantaggi ambientali e finanziari per l’Uzbekistan

A seguito di un decreto presidenziale emanato all’inizio di questa settimana, le società di estrazione di criptovalute che operano in Uzbekistan, siano esse nazionali o straniere, saranno esenti da imposte se sceglieranno di operare con l’energia solare.

Si tratta quindi di un incentivo per le società minerarie a utilizzare energia pulita, perché altrimenti sono costrette a pagare il doppio del prezzo dell’elettricità. Inoltre, questi prezzi aumentano ulteriormente durante i picchi energetici regionali.

L’Uzbekistan, un Paese ricco di materie prime, è autosufficiente dal punto di vista energetico, soprattutto grazie alla produzione di gas naturale e di energia idroelettrica.

Sebbene gli uzbeki consumino quasi la metà dell’energia pro capite del resto del mondo, il governo sta sviluppando da diversi anni l’energia verde, in particolare attraverso i pannelli solari.

In effetti, la regione beneficia di un alto tasso di insolazione durante tutto l’anno, quindi si tratta di un’opportunità interessante per il Paese dell’Asia centrale.

Quindi, sebbene il mining di criptovalute sia già legale in Uzbekistan, le aziende che desiderano beneficiare di questa esenzione fiscale dovranno registrarsi presso un ente appositamente creato.

I problemi del mining di criptovalute

Proof-of-Work (PoW) è il metodo utilizzato dalle reti Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH) per garantire il loro funzionamento. Tuttavia, si tratta di un metodo spesso criticato perché particolarmente energivoro.

Secondo il Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index, uno strumento ampiamente utilizzato per valutare il consumo energetico della rete Bitcoin, possiamo vedere che, ad esempio, consuma più energia di quella utilizzata per l’estrazione dell’oro.

Un esempio eloquente è il consumo di energia per Paese. In effetti, se l’energia utilizzata per far funzionare il metodo Bitcoin proof-of-work fosse un Paese, sarebbe al 24° posto tra tutti i Paesi del mondo, il che è assolutamente enorme.

Tuttavia, man mano che si parla di questo problema, le soluzioni iniziano a emergere da sole. Ad esempio, utilizzando l’energia pulita, come propone l’Uzbekistan, o l’energia geotermica, come ha proposto Nayib Bukele, presidente di El Salvador.

Nel caso della blockchain Ethereum, si prevede di risolvere il problema direttamente alla fonte: la rete deve evolvere verso il consenso proof-of-stake, un metodo favorito dalle blockchain in quanto combina velocità e bassissimo consumo energetico.

Infine, in seguito al divieto totale di estrazione in Cina lo scorso anno, molti minatori hanno dovuto attraversare le frontiere per recarsi nei Paesi vicini, in particolare in Uzbekistan e nel vicino Kazakistan, dove l’energia è più conveniente. Ma ora anche questi paesi si trovano costretti ad adattarsi alla domanda di energia.

Related Posts

Leave a Comment