Home » Le tesorerie Bitcoin potrebbero alla fine frenare l’adozione istituzionale – Ecco perché

Le tesorerie Bitcoin potrebbero alla fine frenare l’adozione istituzionale – Ecco perché

by Thomas

L’adozione istituzionale del Bitcoin sta progredendo, ma la crescente concentrazione di BTC nelle tesorerie di alcune aziende è fonte di preoccupazione. La banca Sygnum avverte: questa centralizzazione potrebbe rendere il Bitcoin inadatto come riserva di valore, in particolare per le banche centrali.

I BTC sono concentrati nelle mani di poche aziende

Dall’inizio del 2024, l’adozione del Bitcoin da parte delle aziende e delle istituzioni finanziarie è in costante crescita. Il lancio degli ETF spot sul Bitcoin, offerti in particolare da grandi gestori patrimoniali come BlackRock e Fidelity, ha permesso a molte società di esporsi al prezzo del BTC e quindi di proteggersi dal deprezzamento del dollaro.

Tuttavia, questi nuovi prodotti rimangono dipendenti da terze parti di fiducia e non consentono di beneficiare appieno delle proprietà di decentralizzazione e resistenza alla censura proprie del Bitcoin. Per questo motivo, diverse aziende hanno scelto di destinare parte della loro liquidità all’acquisto di BTC “reali”, anche se alcune ricorrono a servizi di custodia.

Strategy, guidata da Michael Saylor, ha iniziato ad acquistare Bitcoin nel 2020. L’azienda detiene oggi 582.000 BTC, pari a oltre 62 miliardi di dollari, con un plusvalore latente di 21,6 miliardi di dollari.

Questi acquisti quasi continui hanno esercitato una significativa pressione al rialzo sul prezzo del BTC, fornendo al contempo un esempio concreto ad altre aziende, come GameStop, Tesla o TwentyOne, che a loro volta hanno seguito questa strategia.

Tuttavia, una tale concentrazione di BTC nelle mani di un numero limitato di attori potrebbe frenare l’adozione del Bitcoin da parte di altre entità, sia attraverso la detenzione diretta che tramite ETF.

Strategy detiene da sola quasi il 3% di tutti i BTC in circolazione, mentre l’insieme dei bitcoin detenuti in tesoreria rappresenta circa il 17% del totale. Questa cifra diventa ancora più significativa se si considerano i 3-4 milioni di BTC stimati come persi o irrecuperabili.

Le tesorerie di BTC creano un rischio sistemico sul prezzo del Bitcoin

Pertanto, la concentrazione di BTC nelle riserve di poche aziende potrebbe avere un forte impatto sul prezzo del Bitcoin se queste ultime decidessero di vendere in modo massiccio, sia in modo coordinato, in risposta a un evento comune, a un’esigenza di liquidità comune, o a seguito di un attacco.

Va inoltre ricordato che la maggior parte di queste aziende si è indebitata per acquistare più Bitcoin. Di conseguenza, se il prezzo del BTC dovesse scendere troppo e troppo rapidamente, questi attori potrebbero essere costretti alla liquidazione, provocando vendite a cascata, accentuando la pressione al ribasso e causando nuove liquidazioni.

Inoltre, un ulteriore rischio risiede in un possibile attacco o fallimento non delle aziende stesse, ma delle entità incaricate della custodia dei BTC. Un evento del genere potrebbe scatenare un movimento di panico sui mercati.

Coinbase, ad esempio, deterrebbe da sola circa 3 milioni di BTC per conto di società terze o emittenti di ETF spot su Bitcoin.

Questa settimana, la banca svizzera Sygnum ha messo in guardia dai pericoli legati a una tale concentrazione, ritenendo che potrebbe compromettere l’adozione del Bitcoin come asset di riserva, in particolare da parte delle banche centrali.

Related Posts

Leave a Comment