Home » Eurozona: inflazione record, ma la Francia è il paese meno colpito

Eurozona: inflazione record, ma la Francia è il paese meno colpito

by v

L’inflazione nell’eurozona ha raggiunto i massimi storici a settembre, spinta dalla crisi energetica e dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Ma è la Francia che se la passa meglio, con un rallentamento dell’inflazione dei prezzi al consumo. Prendiamo il titolo

L’inflazione raggiunge un livello record nell’Eurozona

Le previsioni erano di un’inflazione del 10% nell’Eurozona a settembre 2022. Alla fine avrà raggiunto una media del 9,9%, il livello più alto mai registrato per la regione economica. La Banca Centrale Europea ha ammesso un mese fa che ci sono “gravi rischi” per la stabilità finanziaria, quindi i dati di settembre confermano la tendenza.

Il documento ufficiale descrive in dettaglio i settori più colpiti. Non sorprende che il settore energetico abbia contribuito fortemente al tasso di inflazione, con un +4,19%, seguito dalla categoria “prodotti alimentari, alcolici e tabacco” (+2,47%), dai servizi (+1,8%) e dai beni industriali (+1,47%).

Allo stesso tempo, l’euro è sceso bruscamente rispetto al dollaro, raggiungendo un livello che non si vedeva da circa vent’anni:

L'euro è sceso sotto il dollaro nell'ultimo mese

L’euro è sceso sotto il dollaro nell’ultimo mese


L’inflazione dell’eurozona ha raggiunto il suo picco? Nessuno lo sa, nemmeno Christine Lagarde, che ha risposto recentemente alla domanda:

“Ha raggiunto l’apice? È difficile da dire e non voglio azzardare un’ipotesi”.

Francia tra i paesi con le migliori performance

Il rapporto Eurostat illustra i tassi di inflazione di ciascun Paese dell’Eurozona. La Francia sta facendo meglio, con un’inflazione di “solo” il 6,2%. Seguono Malta (7,4%) e la Finlandia (8,4%). I tassi più alti sono stati registrati in Estonia (+24,1%), Lituania (+22,5%) e Lettonia (+22%).

Sebbene la Francia stia attualmente sperimentando movimenti sociali che potrebbero convergere, sta quindi beneficiando di un’inflazione misurata rispetto ai suoi vicini europei. Una tendenza confermata dall’INSEE, che pochi giorni fa ha segnalato un rallentamento dell’aumento dei prezzi al consumo.

A fronte di ciò, il prezzo del Bitcoin (BTC) continua a muoversi in un range. Ma un range dal quale potrebbe uscire presto, secondo diverse stime. I prossimi mesi ci diranno se assisteremo a una crescente adozione di questi asset, dato che l’euro fatica a mantenere il suo prezzo rispetto al dollaro.

Related Posts

Leave a Comment