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Tether vanta profitti record, ma le affermazioni sulla riserva restano “dubbie”, dice l’ex avvocato della SEC

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Un’animata discussione tra l’ex avvocato della Securities and Exchange Commission John Reed e il CTO di Tether, Paolo Ardoino, è nata dopo che l’avvocato ha twittato una feroce critica alla società, iniziando con: “IMHO, Tether è un enorme castello di carte”.

Reed, avvocato che ha lavorato per quasi due decenni presso la SEC, è irremovibile nella sua sfiducia nei confronti di Tether, citando quelli che definisce i bilanci opachi della società e la mancanza di un quadro normativo da parte del governo.

Il lungo primo tweet di Reed ha attirato l’attenzione di Ardoino, che ha prontamente risposto con l’ultimo rapporto di attestazione di Tether.

Anche se l’attestazione sembra essere lo standard di mercato, a causa dello status non regolamentato delle criptovalute (e in particolare degli emittenti di stablecoin), l’ex avvocato della SEC è rimasto scettico, rispondendo con una serie di accuse penali contro la società e affermando la necessità di un’adeguata revisione contabile.

Tether non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento da parte di TCN.

Ardoino si è affrettato a twittare, con una difesa a 18 punti che iniziava con: “Tether non è una società statunitense e non opera negli Stati Uniti, né sollecita utenti statunitensi. I nostri mercati principali sono le persone non bancarizzate nei mercati emergenti e nei Paesi in via di sviluppo, miliardi di persone escluse dal sistema finanziario solo perché troppo povere per essere di interesse per l’industria bancaria”, aggiungendo che l’azienda lavora a stretto contatto con le autorità e le società di tracciamento della blockchain.

L’ex avvocato della SEC ha riconosciuto diversi punti di Paolo, anche se si è affrettato a controbattere che “forse la criptovaluta può aiutare le persone in società veramente oppresse”, ma vede più costi che benefici nelle nazioni sviluppate, concludendo con la nota che gli unici beneficiari della criptovaluta sono “truffatori” e “criminali”.

La giornata di oggi ha segnato la fine della discussione, secondo Reed, con il suo quarto e ultimo tweet sulla questione, augurandosi che le promesse del CTO siano vere, ma affermando che “tutti coloro che usano Tether sono a rischio”.

La discussione si inserisce nel contesto dell’ultimo rapporto di affidabilità di Tether, che ha registrato enormi profitti nel primo trimestre per un totale di 1,48 miliardi di dollari. Tether non è il primo bersaglio di Reed. L’anno scorso ha criticato l’audit di Proof of Reserves di Binance, definendolo una bandiera rossa.

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