Secondo i dati di Bloomberg, Milei ha ottenuto il 56% dei voti contro il 44% del rivale Sergio Massa, che ricopre la carica di ministro dell’Economia nel governo di coalizione peronista in carica; Massa ha ceduto con il 99% delle schede scrutinate.
Annunciando la “ricostruzione dell’Argentina”, Milei ha giurato che “non c’è spazio per misure graduali”, preparandosi ad affrontare le sfide di un tasso di inflazione vertiginoso e di un rapido declino del valore della valuta del Paese, il peso. La piattaforma di Milei include misure di terapia d’urto come “l’eliminazione della banca centrale”, il taglio della spesa pubblica del 15% e l’abbandono del peso a favore del dollaro americano.
Dopo le elezioni, Milei entrerà in carica il 10 dicembre.
Milei e il Bitcoin
Conosciuto per le sue posizioni libertarie e per la sua lussureggiante acconciatura, il cinquantatreenne Milei è diventato famoso come opinionista economico prima di essere eletto al Congresso nel 2021 per il suo partito Libertad Avanza.
Durante la campagna elettorale per le presidenziali, il sedicente anarco-capitalista ha agitato una motosega durante i comizi per illustrare il suo impegno a tagliare le spese statali. Tra le politiche che ha proposto ci sono un libero mercato per la vendita di armi da fuoco e organi umani e l’abrogazione della legalizzazione dell’aborto nel 2020.
Milei è un accanito sostenitore del Bitcoin, descrivendo la criptovaluta come “il ritorno del denaro al suo creatore originale, il settore privato”. Strenuo oppositore delle banche centrali, ha descritto la banca centrale argentina come “uno dei più grandi imbrogli nella storia del nostro Paese”, sostenendo che essa truffa la popolazione attraverso “tasse inflazionistiche”. Il Bitcoin, ha affermato, è la “reazione naturale contro i truffatori della banca centrale”.
Sebbene Milei si sia espresso a favore del Bitcoin, esso non figura tra le sue proposte politiche. A differenza di El Salvador, che ha adottato la criptovaluta come moneta legale, Milei ha concentrato la sua attenzione sulla dollarizzazione dell’economia argentina entro il 2025, nel tentativo di fermare il “cancro dell’inflazione”.
