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Gli hacker Whitehat rimborsano 9 milioni di dollari a Nomad

by Thomas

La ripartizione dei fondi restituiti ha mostrato che la maggior parte di essi era costituita da monete stabili. Sono stati restituiti circa 2 milioni di dollari USDT, 3,8 milioni di dollari USDC, 1,2 milioni di dollari FRAX e 150.000 dollari DAI.

Gli hacker whitehat hanno restituito circa 9 milioni di dollari dei 190 milioni rubati da Nomad Bridge, ha rivelato Peckshield.

Secondo la società di sicurezza blockchain, l’importo restituito rappresenta circa il 4,8% della perdita totale subita dal ponte.

Una ripartizione dei fondi restituiti ha mostrato che la maggior parte di essi erano stablecoin. Sono stati restituiti circa 2 milioni di dollari USDT, 3,8 milioni di dollari USDC, 1,2 milioni di dollari FRAX e 150.000 dollari DAI.

Altri token restituiti sono SUSHI, WETH, Ethereum (ETH) e altri.

Il team Nomad ha esortato gli hacker white hat a rimborsare i fondi a un portafoglio designato.

Una dichiarazione di Nomad ha anche rivelato che l’azienda sta “collaborando con TRM Labs, un’azienda leader nell’analisi delle catene e nell’intelligence, e con le forze dell’ordine per rintracciare i fondi rubati, identificare i portafogli destinatari e coordinare la restituzione dei fondi”.

Il protocollo crypto bridge ha anche rivelato di stare lavorando con la società di custodia Anchorage Digital per “accettare e salvaguardare” i fondi recuperati.

Nomad smentisce le affermazioni di essere stato avvertito dell’attacco

Nomad ha smentito le affermazioni secondo cui un audit di Quantstamp l’avrebbe avvertita della possibilità dell’hack.

Secondo il team, il problema identificato nell’audit non era correlato all’hacking.

Si era diffusa la voce, all’interno della comunità crittografica, che il team di Nomad fosse stato avvertito di una vulnerabilità di sicurezza nel suo codice ma non avesse fatto nulla al riguardo.

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