Bitcoin sembra essersi completamente scrollato di dosso il divieto di criptovaluta della Cina, dato che la difficoltà di mining della rete registra il suo ottavo aumento consecutivo.
Diventa ancora più difficile minare Bitcoin, dato che la difficoltà della rete è aumentata ancora una volta domenica, questa volta di ben il 7,85% dall’ultimo aggiustamento.
Secondo i dati di BTC.com, questo è l’ottavo aumento consecutivo da luglio, e il secondo più grande da fine agosto, con la difficoltà che ha superato 21,66 trilioni.
Il mining di Bitcoin è un processo di creazione di nuove monete risolvendo complessi puzzle matematici con l’aiuto di software specializzato installato sui computer degli utenti. I minatori competono tra loro per verificare le transazioni e aggiungerle alla blockchain, guadagnando ricompense per i loro sforzi e le risorse spese La difficoltà di mining di Bitcoin, a sua volta, è una misura di quanto sia difficile estrarre nuove monete: più alta è la difficoltà, maggiore è la potenza di calcolo aggiuntiva necessaria per trovare nuovi blocchi.
La difficoltà ha raggiunto un massimo storico di 25,05 trilioni nel maggio 2021 prima di precipitare al minimo dell’anno di 13,67 trilioni a metà luglio come la Cina storicamente uno dei paesi più importanti del mondo per Bitcoin e altre valute digitali ha introdotto un divieto sul mining di criptovalute.
Allo stesso modo, il Bitcoin hash rate, una misura che traccia il numero di calcoli effettuati al secondo, è stato in aumento negli ultimi mesi. Secondo i dati di Blockchain.com, il tasso di hash della rete ha superato 159 Th/s domenica, raggiungendo il livello più alto da maggio di quest’anno.
Negli ultimi mesi, il tasso di hash ha anche correlato abbastanza bene con il prezzo del Bitcoin, che il mese scorso ha raggiunto un nuovo massimo storico di 67.276 dollari, per CoinGecko
I dati di bybt.com mostrano che lo scorso ottobre è stato un mese estremamente buono per gli investitori di Bitcoin, portando loro ben il 39,93% di profitti – il secondo miglior risultato da ottobre 2017, quando la criptovaluta leader è salita di quasi il 48%.
Con l’ultimo rally di Bitcoin e sia la difficoltà che l’hash rate in aumento, è probabilmente sicuro suggerire che la rete è sulla strada di un pieno recupero dalle conseguenze del divieto di criptovaluta della Cina.
Inoltre, l’assenza della Cina dalla mappa mondiale del mining di Bitcoin ha anche avuto un impatto positivo sulla decentralizzazione del mining. Gli Stati Uniti sono passati in pole position con una quota di oltre il 35% del mercato, seguiti da Russia e Kazakistan con il 18% e 11%, rispettivamente.