Un’altra vittima del “crypto winter”? La più grande società statunitense di mining di Bitcoin (BTC), Core Scientific, ha annunciato che potrebbe rimanere a secco entro la fine dell’anno e starebbe valutando la possibilità di dichiarare bancarotta. Dobbiamo prepararci alla caduta di questo colosso
?
Core Scientific presenta istanza di fallimento
Core Scientific è il più grande miner pubblico di Bitcoin. Il suo potenziale declino è quindi oggetto di particolare attenzione da parte di un ecosistema preoccupato. Il 26 ottobre, la società ha depositato un documento presso la Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense. Ha spiegato al regolatore finanziario americano di aver raggiunto una situazione economica particolarmente critica:
“La società prevede che le risorse di liquidità esistenti saranno esaurite entro la fine del 2022, o prima”
Core Scientific spiega nel documento che è molto difficile stimare il suo fabbisogno di liquidità, a causa della natura volatile del Bitcoin. Se la più grande criptovaluta dovesse salire in modo esplosivo, potrebbe salvare il gigante del mining. Ma nulla è meno certo al momento:
“Data l’incertezza sulle condizioni finanziarie dell’azienda, ci sono dubbi sostanziali sulla capacità di continuare a esistere per un periodo di tempo ragionevole. “
Fallimento incombente, gli investitori potrebbero perdere tutto
Core Scientific sta quindi valutando la possibilità di fallire, come si legge nel documento. Il documento afferma che, se si dovesse arrivare a questa fase, “i detentori di azioni della società potrebbero subire una perdita totale dei loro investimenti”. Un avvertimento che non è caduto nel vuoto: il prezzo delle azioni di Core Scientific è crollato dopo la pubblicazione del documento:

Il prezzo delle azioni Core Scientific crolla dopo l’annuncio
Un colosso che sta cadendo a pezzi
Core Scientific è un gigante del mining: recentemente ha raccolto quasi il 5% dell’hashrate mondiale:
Core Scientific – il più grande miner pubblico di bitcoin – ha una quota del 5% dell’hashrate totale. Marathon e Riot seguono a ruota, controllando ciascuna oltre il 2% dell’hashrate di Bitcoin.
In totale, ci sono sette minatori pubblici di bitcoin con una quota di hashrate superiore all’1%. pic.twitter.com/ZnwsFjvQcy
– Jaran Mellerud (@JMellerud) 24 ottobre 2022
La caduta di questo gigante è quindi molto preoccupante per l’ecosistema. L’hashrate del Bitcoin probabilmente si riprenderà molto rapidamente da questo evento, ma è il segnale inviato che potrebbe creare una cascata di conseguenze, in particolare sulle azioni di altre società di mining.