La flessione del prezzo dei token ha innescato un esodo di minatori di GPU, con conseguente aumento della disponibilità di schede grafiche.
Secondo PC Gamer, i minatori di criptovalute stanno scaricando le loro GPU in numero sempre maggiore a causa della flessione dei prezzi dei token.
L’effetto a catena ha visto una costante diminuzione del costo delle schede grafiche, mentre il mercato viene inondato di disponibilità.
Analizzando i prezzi europei, Tom’s Hardware ha rilevato una divergenza tra i produttori. Le offerte AMD, in media, sono attualmente inferiori dell’8% rispetto ai prezzi al dettaglio, mentre i prodotti Nvidia sono ancora mediamente superiori del 2% rispetto ai prezzi al dettaglio.
Ciononostante, i giocatori, che da tempo si lamentano di essere esclusi dal mercato, accoglieranno con favore questo sviluppo.
Il mining di criptovalute è frammentato
L’evoluzione del mining di criptovalute, in particolare la diffusione del mining con circuiti integrati specifici per le applicazioni (ASIC), ha frammentato il mining di asset digitali in due campi distinti.
Il primo è quello delle società minerarie con tasche profonde e la libertà di trasferire le operazioni ovunque le condizioni, come il costo dell’elettricità e il supporto normativo, siano più favorevoli.
Alcuni individui si avvicinano al mining di criptovalute come un hobby redditizio. Tuttavia, tendono a rimanere esclusi dal mining di token ASIC, come il Bitcoin, a causa dell’intensa concorrenza del primo campo.
Almeno in passato, i minatori hobbisti potevano competere con il mining di token non ASIC utilizzando le GPU: il più popolare è Ethereum, mentre altri includono Monero, Ravencoin ed Ethereum Classic.
Tuttavia, il calo dei tassi di hash indica che gli hobbisti se ne stanno andando.
I tassi di hash mostrano un forte calo
L’analisi del tasso di hash di Ethereum mostra un forte calo a 925 TH/s, che rappresenta un calo del 18% rispetto al massimo storico del 13 maggio di 1.127 TH/s.

Fonte: ycharts.com
Il calo suggerisce che i minatori stanno abbandonando la rete, ma non è chiaro il motivo. Nel caso di Ethereum, il passaggio a un meccanismo di consenso Proof-of-Stake (PoS) significa che sono in atto piani per rendere l’attività di mining sempre più difficile e quindi non redditizia, in quella che è nota come bomba di difficoltà.
Con l’avvicinarsi della fusione tra le catene Proof-of-Work (PoW) e PoS, questo è un fattore che pesa sulla mente dei minatori. Allo stesso tempo, sono in gioco anche il calo dei prezzi dei token e l’aumento dei costi energetici globali.
Allo stesso modo, anche il tasso di hash di Monero mostra un forte calo. Il 4 febbraio, il tasso di hash di Monero ha raggiunto un picco di 3,22 GH/s, ma da allora è diminuito del 29%, scendendo a 2,30 GH/s.
A differenza di Ethereum, Monero non ha in programma di passare a una rete PoS, il che suggerisce che l’esodo dal mining su GPU è un fenomeno diffuso in tutto il settore e guidato principalmente da problemi di redditività.

Fonte: 2miners.com
Fino al prossimo ciclo toro, i giocatori non hanno più motivo di incolpare i minatori di GPU per la mancanza di scorte e i prezzi stracciati.