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Il Bitcoin è minacciato dall’intransigenza della Fed? No — L’analisi di Vincent Ganne

by Patricia

La Federal Reserve americana (Fed) ha appena rivisto le sue prospettive economiche in un clima globale sempre più incerto. L’istituzione mette ora in guardia da un possibile ritorno della stagflazione, la temuta situazione che combina rallentamento dell’attività, inflazione persistente e aumento della disoccupazione. Bitcoin è minacciato da questa intransigenza?

La Federal Reserve di fronte ai rischi di stagflazione: tra incertezza e cautela

La Federal Reserve americana (Fed) ha appena rivisto le sue prospettive economiche in un clima mondiale sempre più incerto. L’istituzione mette ora in guardia contro un possibile ritorno della stagflazione, quella temuta situazione che combina rallentamento dell’attività, inflazione persistente e aumento della disoccupazione.

Questo scenario è alimentato in particolare dall’effetto ancora incerto dei nuovi dazi doganali introdotti dall’amministrazione Trump, nonché dalle crescenti tensioni geopolitiche, in particolare in Medio Oriente.

Durante la sua ultima riunione, la Fed ha deciso di mantenere il tasso di riferimento tra il 4,25% e il 4,5%, rivedendo al ribasso le sue proiezioni economiche. Ora prevede, entro la fine del 2025, un’inflazione misurata dall’indice PCE intorno al 3%, un tasso di disoccupazione che raggiungerà il 4,5% e una crescita moderata. Nonostante questo contesto incerto, l’istituzione prevede due tagli dei tassi nel corso dell’anno, manifestando così la sua intenzione di sostenere l’economia.

Tuttavia, questa strategia non è condivisa da tutti. Dieci membri del comitato sono favorevoli a un allentamento, mentre altri sette preferiscono mantenere lo status quo. Il presidente della Fed, Jerome Powell, adotta una posizione cauta, sottolineando l’importanza di un’attenta lettura degli indicatori economici, in particolare per valutare l’impatto differito delle misure protezionistiche.

La Federal Reserve deve quindi operare un delicato equilibrio tra lotta all’inflazione e sostegno all’attività economica. Se il rischio di stagflazione appare serio, potrebbe tuttavia rivelarsi esagerato se le pressioni inflazionistiche dovessero attenuarsi. Un taglio dei tassi a settembre rimane possibile, ma dipenderà strettamente dall’evoluzione del contesto geopolitico e commerciale.

Mercato dei cambi: il dollaro statunitense mostra segni di stabilizzazione

L’attuale posizione della Fed influisce direttamente sul mercato valutario. Sebbene il dollaro americano (DXY) rimanga una delle valute più deboli dall’inizio dell’anno, nelle ultime settimane si è registrato un rallentamento del suo calo. Se la banca centrale americana continuerà a temporeggiare prima di rilanciare i tagli dei tassi, il biglietto verde potrebbe aver raggiunto un minimo tecnico sul mercato valutario.

Per il momento non si sono osservate rotture significative della resistenza. Tuttavia, un potenziale segnale tecnico rialzista, sotto forma di divergenza sui grafici settimanali, attira l’attenzione degli analisti. Questo tipo di configurazione ha già preceduto in passato un rimbalzo del dollaro rispetto alle principali valute mondiali.

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