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Bitcoin: il FMI rifiuta che il Pakistan favorisca il mining di BTC con il suo surplus di elettricità

by Tim

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) si oppone regolarmente all’adozione delle criptovalute. Una realtà che ha appena colpito il Pakistan, alle prese con le sue ambizioni nazionali di mining di Bitcoin. Vi spieghiamo tutto.

Pakistan vs FMI: un disaccordo energetico

È difficile ignorare la capacità del Fondo Monetario Internazionale (FMI) di interferire nelle procedure governative che coinvolgono le criptovalute. In particolare quando si tratta di paesi che potrebbero beneficiare dei suoi aiuti finanziari.

L’esempio del Salvador parla da sé. Infatti, questo piccolo paese dell’America centrale è stato costretto a rivedere al ribasso la sua posizione sul Bitcoin per poter richiedere un prestito di 1,4 miliardi di dollari. Un rapporto di forza in cui uno dei principali punti di attrito riguarda sempre i suoi acquisti di BTC.

Allo stesso modo, il Pakistan ha recentemente deciso di integrare il Bitcoin nel suo modello economico nazionale. Si tratta di una strategia multiforme, che prevede la costituzione di una riserva strategica potenziata dai rendimenti della DeFi, ma anche un’industria mineraria in grado di valorizzare la sua produzione di energia in eccesso. Un entusiasmo evidentemente poco apprezzato dai membri del FMI. Infatti, le recenti rivelazioni del media locale Profit riportano un disaccordo sulla strategia applicata a questa adozione.

Bitcoin: energia in eccesso = esenzione fiscale?

La rivelazione di questa situazione è stata resa ufficiale nel corso di una sessione della Commissione permanente del Senato pakistano. Durante l’incontro, il senatore Mohsin Aziz e il segretario all’energia Fakhray Alam Irfan hanno illustrato le discussioni in corso con il FMI sulla questione evidentemente delicata del mining di Bitcoin.

Il motivo principale di questa discordia riguarda una sovvenzione tariffaria di 6 mesi concessa “alle industrie ad alta intensità energetica, come il mining di criptovalute e le industrie metallurgiche” sulle loro bollette energetiche. Una proposta presentata dalla Divisione Energia nel settembre 2024, che è stata immediatamente rivista al ribasso dal FMI, per essere estesa solo a tre mesi.

A seguito di tale rifiuto, la divisione pakistana per l’energia ha proposto, nel novembre 2024, una sovvenzione mirata esclusivamente al consumo energetico in eccesso. Una decisione saggia in grado di valorizzare una produzione di elettricità generalmente considerata persa. Ma il FMI ha nuovamente rifiutato, considerando questa opzione come «un’esenzione fiscale settoriale che spesso causa squilibri nell’economia».

Secondo le dichiarazioni del segretario all’energia Fakhray Alam Irfan, questo rifiuto non rappresenta una bocciatura definitiva da parte del FMI. Sembra infatti che i colloqui con l’istituzione internazionale rimangano aperti per perfezionare il piano. Resta solo da sperare che la versione finale non escluda completamente il Bitcoin per diventare finalmente accettabile.

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